| Mi sono accorta di aver dimenticato di postare gli ultimi due articoli del giornalino :O Imperdonabile, imperdonabile davvero v.v Ad ogni modo, visto che in quel periodo ero ormai super interessata a Giappone&co. mi hanno fatto fare un test a più di 200 studenti a proposito del nucleare, per poi scriverci sopra qualcosa (spogliando anche 400 schedine con 5 domande l'una D:)
Nuclear test Nei giorni trascorsi avrete probabilmente notato i sondaggi circolati nelle classi di tutte le annate, a proposito di due argomenti protagonisti dell'attualità: l'immigrazione e l'energia nucleare. Grazie alle schedine siamo riusciti a raccogliere le opinioni (anche personali, nello spazio adibito ai commenti) di circa 200 studenti nella sede di Cossato. I risultati sul nucleare hanno portato ad una netta distinzione tra biennio e triennio: nel primo caso abbiamo un 65% di contro 30% di favorevoli e 5% di neutrali, nel secondo, invece, i contrari sono circa il 47%, i favorevoli poco più del 49% ed il restante 4% è senza un'opinione precisa. Sicuramente sono stati determinanti gli avvenimenti che hanno colpito il Giappone negli ultimi mesi; avremmo potuto proporre il test prima e dopo questi, in modo da constatare quanto sia riuscito a colpire e sensibilizzare il fatto che alcune delle tecnologie più all'avanguardia nel mondo si siano rivelate fallimentari. Un dato curioso è inoltre emerso dallo “spoglio” delle schedine, infatti, al contrario di quanto si potrebbe pensare, nelle classi del biennio ci sono stati molti pareri individuali, mentre nel triennio sembra che alcuni abbiano scambiato il sondaggio per un compito in classe e abbiano sentito la necessità di copiare dal vicino, sia risposte multiple. In termini assoluti anche chi è favorevole alla realizzazione di centrali in Italia, preferirebbe non averne qui in zona, chissà poi perché, dato che non le ritengono una minaccia, bensì una risorsa. Gli Americani chiamano questa presa di posizione usando l'acronimo NIMBY (Not In My Back Yard, ossia “Non nel mio cortile”), che a mio parere si presta alla situazione. Probabilmente essa dipende dal fatto che la quantità di denaro impegnata nella costruzione delle centrali è consistente e molti hanno immaginato che, data la situazione critica degli ultimi anni nel biellese, potrebbe essere solo un'aggravante. Sarà indubbiamente interessante verificare se i risultati da noi raccolti corrisponderanno o meno a quelli del referendum di giugno, confrontando quindi le opinioni dei ragazzi di un liceo con quelle dei cittadini che andranno a votare. Mi chiedo solo come risulterebbe un esito positivo alla costruzione delle centrali agli occhi del mondo: se noi in Italia siamo stati i primi a decidere di non sfruttarle come risorsa, ora potremmo essere gli ultimi ad utilizzarle?
Alice
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